Project Description

Giovanni Battista Piranesi
(Mojano di Mestre 1720 – Roma 1778)

Veduta del Tempio ottangolare di Minerva Medica, 1764

Acquaforte
misure: mm 466 x 702; foglio mm 520 x 750

Architetto, disegnatore ed incisore, dopo una prima formazione a Venezia, si trasferisce a Roma, rimanendovi fino alla morte. Qualcuno lo ha soprannominato il “Rembrandt dell’architettura” per aver sapientemente rappresentato attraverso il chiaroscuro del linguaggio incisorio le antichità romane. Artista, antiquario e studioso attraverso l’incisione e i contatti con gli stranieri di massaggio a Roma ha alimentato l’interesse per le antichità creando un linguaggio e un gusto comune a tutta la classe colta della sua epoca. Ha inciso all’incirca mille acqueforti, molte di grande formato, raffiguranti oggetti di scavo, particolari architettonici o monumenti dell’antica Roma descritti con fantasia e grande libertà di segno. La serie di lastre con Vedute di Roma restituisce uno spaccato della città nel XVIII secolo quando antichità, natura, architetture contemporanea e vita quotidiana convivevano con uno straordinario potente equilibrio. E’ inoltre ricordato per la serie delle Carceri, lastre raffiguranti architetture cupe e fantastiche, esoteriche, impossibili ma al tempo stesso realistiche, capricci architettonici così assoluti da essere spesso scambiati per opere d’arte contemporanea. Come architetto ha realizzato la sola chiesa di santa Maria del Priorato a Roma per l’ordine di Malta.

La tavola appartiene alla serie Vedute di Roma; si tratta di un gruppo di 135 lastre incise da Piranesi in un arco di tempo di 30 anni a partire dal 1745 fino alla sua morte avvenuta nel 1778. Viene rappresentato quello che erroneamente fu considerato un Tempio ma in realtà è una sala monumentale. L’edificio ha una pianta decagonale, cupola emisferica e nicchie sui lati nelle quali probabilmente si trovavano delle statue. Grazie all’impiego di un tratto deciso e puntale la luce colpisce le superfici dell’edificio creando un susseguirsi di giochi tra luci e ombre che pongono in risalto l’alternarsi di spazi chiusi e aperti. Il tempio in rovina si erge nella sua maestosità ospitando una ricca vegetazione. La scena è animata. Appena oltre l’immagine in basso a sinistra nell’inciso “Piranesi F”; in primo piano all’interno di una lastra in pietra su cui si poggia un uomo, quasi fosse un’antica iscrizione, si leggono il titolo e alcuni rimandi alle descrizioni di particolari del tempio.

Impressione eccellente dai neri intensi e dai toni argentei. Stato: II/IV con l’aggiunta di linee parallele per intensificare l’ombra nella volta della cupola ma prima dell’aggiunta dei numeri.

Bibliografia: Focillon, 778; Hind, 74; Wilton-Ely, 207.

VENDUTO