Project Description

Francisco de Goya Y Luciente
(Fuente de Todos 1746 – Bordeaux 1828)

Salvador Dalì
(Figueres 1904 – Figueres 1989)

Que se la llevaron!
…al rio crejendo que era mozuela…

Acquaforte e acquatinta
Acquaforte stampata a colori
misure: mm 221 x 163

Pittore di corte, autore di celebri ritratti, disegnatore e stampatore spagnolo. Ha anticipato con le sue opere e il suo stile molte delle tendenze artistiche di fine Ottocento ed è considerato il primo vero artista moderno. Egli utilizza l’incisione come mezzo per esprimere e diffondere quei ‘sogni dell’immaginazione’ che tanto lo affascinano.
Nasce cosi la serie chiamata “Los Caprichos” composta da ottanta incisioni, la cui prima edizione venne pubblicata nel 1799. La serie dei Capricci è caratterizzata da scene brutali, grottesche, figure oscene e sgradevoli ma anche animali e maschere, tutte immagini di fantasia che servono all’artista per incriminare i vizi e la meschinità dell’uomo. Lungo tutto l’arco della sua carriera Goya realizza circa  700 dipinti, 900 disegni e 300 stampe attraverso le quali è possibile rivivere la sua attività artistica, quella ufficiale di ritrattista di corte e quella privata: critica, folle e visionaria.

Salvador Dalì è stato sicuramente un artista eccentrico, eclettico e abile disegnatore si interessò tanto alla pittura, guardando e riprendendo gli artisti rinascimentali, quanto alla scultura e alla fotografia. Fu anche cineasta e sceneggiatore. Abile promotore della sua immagine è considerato il fondatore del Surrealismo. Tra il 1973 e il 1977 riprende e studia i Capricci di Goya, esponendo i suoi lavori frutto di tale riflessione per la prima volta nel 1977 al Museo Castres.

Proponiamo qui una di queste opere di Dalì insieme alla relativa opera di Goya da cui prende ispirazione. Le incisioni di Dalì, realizzate sui torchi dell’atelier Rigal a Fontenay-aux-Roses, sono limitati a 200 prove firmate e numerate più venti prove d’artista. Si tratta della tavola numero 8. Viene rappresentata una donna rapita da due personaggi dal volto coperto; uno di loro la tiene per la vita mentre lei si aggrappa al suo collo,  l’altro le solleva le gambe afferrandole stretta alla caviglia. La donna capovolta, getta la testa all’indietro e sembra urlare disperata. Attraverso l’uso dell’acquatinta Goya ha voluto ambientare la scena di notte o almeno allo scuro lasciando alcune aree più chiare. Questa immagine si presta a diversi significati, uno di questi si riferisce agli amori che alcuni membri della Chiesa hanno mantenuto nonostante il loro voto di castità; un’altra possibile interpretazione è l’avvertimento per le donne a vegliare sulla propria dignità e a non mettersi nelle mani di nessuno. Nel foglio di Dalì il pathos è accentuato con l’aggiunta di un giallo sgargiante in corrispondenza del solo vestito della donna. Sul fondo nell’ombra appare un essere crudele, ignobile, nudo si erge maestoso e trionfante sembra pronto ad aggredire la damigella, è una sorta di scheletro dotato di un enorme fallo. Sulla destra un piccolo uomo in abiti seicenteschi incede incurante della scena. La critica suggerisce che tale episodio potrebbe essere ripreso dal poema L’èpouse infidéle di Federico Garcìa Lorca, 1925.

Impressione eccellente e nitida dai neri e colori decisi. Ottimo stato di conservazione. Titoli incisi sotto il soggetto. Numero della tavola inciso in alto a destra. Tiratura e firma a matita nel foglio di Dalì: 9/200. Foglio di Goya: sesta edizione, stampata in 230 esemplari tra il 1890 e il 1900 presso la Calcografia di Madrid.

Bibliografia: Harris 1964 43; Delteil 45; Les Caprices de Goya de Salvador Dali, 80 gravures originales, Berggruen & Cie

VENDUTO