Project Description

Gianfrancesco Costa
(Venezia 1711 – Venezia 1772)

Edifici greci e romani

Acquaforte
misure mm 170 x 113

Pittore, incisore e scenografo italiano attivo a Venezia a partire dagli anni Quaranta del Settecento. Non ci sono molto notizie riguardanti la sua prima formazione, ma possiamo affermare che entrò in contatto con i pittori e gli scenografi Colonna (Ferrara 1686 – Venezia 1774) e Crosato (Venezia 1686 – Venezia 1758) e che oltre allo studio della pittura, prospettiva e incisione egli si dedicò allo studio dell’architettura pura e lo si evince anche in molte sue opere, soprattutto nelle incisioni, proprio come in questa serie.

La serie Edifici greci e romani si compone di dodici piccoli rami nella prima edizione, poi ridotti ad otto nel secondo e terzo stato. L’aggiunta nel secondo stato di una scritta sul primo foglio della serie: Gio Batta. Tiepolo Inv e Scul. ha ingenerato molta confusione nei critici circa la paternità dei rami. Solo nel 1977 Mason pubblica il frontespizio nel quale è chiaramente indicata la paternità a Gianfrancesco Costa.

Esemplari nel III stato, con l’indirizzo: Vicenza per Cristoforo dell’Acqua n 1 abraso. Infatti tra il 1779 e il 1783 i rami vengono acquistati dalla ditta Remondini di Bassano stampati e inseriti nel loro catalogo a partire dal 1784 (nn 183 e 287) con l’attribuzione a Giambattista Tiepolo. La critica data la serie al 1767 poiché l’autore si definisce nel frontespizio Arctectonicae Artis Profes. qualifica che in effetti Costa ottenne fra il 1767 e il 1772 anno della sua morte. Secondo Pittaluga (1952, p 85) Costa in queste piccole lastre “non sente affatto il senso della grandiosità…piccole, agresti, piacevoli…vedrei nei vaghi effetti del Costa un nuovo rapporto con il sentimento di Canaletto”.

Splendide impressioni con ampi margini. Fogli intonsi.

Al verso timbro di collezione Henri Joachim Delacroix (1873- 1937), professore alla Sorbona la cui collezione di stampe e disegni antichi, sempre di eccellenti provenienze, venne dispersa all’asta a Parigi nel 1962, il timbro venne apposto in occasione della vendita. (Lught 3604)

Bibliografia: Nagler, XXI; pp 100-101; Le Blanc IV, p. 39; De Vesme P 394, nn 13-22; M Pittaluga, Acquafortisti veneziani del Settecento, Firenze; Dario Succi, La Serenissima nello specchio di rame, vol II, pp 858-863, nn 159, 160, 161, 162, 164, 165, 168, 169.

VENDUTO