Project Description

Agostino Gerli
(Milano 1744 – Milano 1821)

Il dolore e la disperazione, da Michelangelo Bonarroti, 1810

Silografia a tre colori
misure: mm 382 x 245

Architetto, decoratore e incisore italiano. Si forma a Bologna alla scuola di Ercole Lelli, pittore, architetto, incisore e direttore della locale Accademia di Belle Arti si trasferisce a Parigi e diventa allievo dello scultore e decoratore  Honore Guibert dal 1764  al 1776 collaborando ai progetti J A Gabriel Petit Trianon. Durante il soggiorno parigino esegue diverse opere di decorazione, rientrato a Milano importa il nuovo stile neoclassico trovando consensi presso le nobili famiglie dei Litta, Belgioioso, Monti, Andreani, Casati ecc e collaborando con i migliori architetti e decoratori (G. Piermarini, S. Cantoni e G. Albertolli, G. Levati, M. Knoller e A. Appiani). Nel 1777 la sorella Angela, sposa lo scultore e pittore parmense Gaetano Callani (Parma 1736 – 1809) e i due cognati, sempre in ottimi rapporti, dal 1782 soggiornarono insieme a Roma, Pompei ed Ercolano, per osservare e studiare le antiche tecniche di decorazione, tra le quali quella dell’encausto. Artista poliedrico insieme ai fratelli realizzò nel 1784 una macchina aerostatica su modello di quella ideata nel 1783 in Francia dai fratelli Montgolfier, fornì dei modelli per il noto ebanista Giuseppe Maggiolini e si occupò di urbanistica a Milano e a Vienna.

Questa stampa riproduce il disegno di Michelangelo Buonarroti Uomo che urla o anima dannata, oggi conservato presso il Gabinetto dei disegni degli Uffizi a Firenze. Gerli stesso dichiara di averlo desunto da una pittura, dunque il modello non doveva essere il disegno originale (per una trattazione su disegni, dipinti e modelli si rimanda all’ampia scheda pubblicata in d’apres Michelangelo). Attraverso un segno deciso e rapido, l’autore è in grado di farci percepire il dolore, la rabbia e la potenza delle emozioni, i moti dell’anima, il dolore e la disperazione. I contrasti creati intensificano il volto corrugato, i muscoli facciali tesi, le vene del collo rigonfie e gli occhi fissi e colmi di rabbia. Il pathos culmina con la folata di vento che smuove i capelli che incorniciano un volto segnato e fanno sollevare un lembo di tessuto alle sue spalle che crea una sorta di aureola. Significativa la tecnica impiegata dall’autore, esempio del suo spirito sperimentatore, curioso e colto. Gerli certo doveva conoscere i molti modelli di chiaroscuro stampati fin dal cinquecento soprattutto in Emilia (Ugo da Carpi, Nicolò Vicentino, Andrea Andreani, Antonio da Trento, e più tardi Anton Maria Zanetti e John Baptist Jackson). Si notino i due puntini neri lungo i due lati corti del soggetto, si tratta dei cosiddetti registri atti a posizionare correttamente le tre lastre ognuna per ogni colore nei tre passaggi di stampa. La bibliografia ci ricorda che uno dei fratelli di Antonio nonché assiduo collaboratore, Carlo Giuseppe, “si distinse per la pubblicazione di una serie di incisioni tratte da disegni di Leonardo consistenti in copie di figure, caricature, macchine ecc. (Disegni di Leonardo da Vinci, Giuseppe Galeazzi, Milano 1784); tale lavoro si colloca tra i primi tentativi di divulgazione dell’opera di Leonardo in epoca moderna”. In basso altre l’immagine titolo e dedica al pronipote Giberto V Borromeo Arese figlio di Renato e pronipote  “del nostro grande S. Carlo Borromeo”. Allo stesso conte Giberto Borromeo Arese, conservatore perpetuo dell’Ambrosiana, i fratelli Gerli dedicano le pubblicazioni frutto delle loro ricerche quali quelle dedicate all’Ermanfibio o ai palloni aerostatici. In fondo, a destra, “Milano, Agost. Gerli Inc. e Dedica 1810”.

Impressione eccellente su carta vergellata coeva priva di filigrana. Ottimo stato di conservazione eccetto una macchia visibile in trasparenza nella zona inferiore destra. Un esemplare è conservato a Milano presso l’Archivio di Stato (cart 91.2).

Bibliografia: E. Baccheschi, Un decoratore italiano “compagnon sculpteur” di Honoré Guibert: disegni di Agostino Gerli, “Antologia di Belle Arti”, n. 35-38, Torino 1990, p. 91; C. Alberici – M.T. Chirico de Biasi, Leonardo e l’incisione, Milano 1984, pp. 131, 134 s.; A. Alberti, A. Rovetta. C. Salsi,  d’apres Michelangelo, Marsilio 2015, n cat 3

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