Project Description

Giovanni Petrini
(1750 – 1810)

Gruppo con ninfe, cane e amorino che prende il volo

Acquaforte
misure: mm 408 x 560

Incisore italiano che lavorò a Roma tra la seconda metà del XVIII secolo e gli inizi del secolo XIX.
Antonio Canova attribuì una grande importanza al mezzo incisorio quale mezzo di divulgazione delle immagini delle sue opere: sculture e bassorilievi. Come i documenti e la critica testimoniano, si impegnò in prima persona a stipendiare incisori che riproducessero, sotto il suo controllo, le sue opere. Petrini fu uno di questi collaboratori.

Questa stampa, la numero 10 come inciso in basso a destra, fa parte della serie di 10 tavole intitolata Mercato di Amore ideato da Antonio Canova per fregio di un picciolo tempio. L’insieme delle tavole, 1811-13, riproduce l’opera originale a tempera, oggi conservata presso la Gypsotheca e Museo Antonio Canova (Possagno), che Canova completò con l’apporto cromatico del miniaturista Giuseppe Todran: ogni scena è dipinta in un foglio a se stante ma in maniera tale da poter essere giustapposta. Nel fregio viene raccontato il mito di Ermes, il dio dei mercanti, che si diverte a vendere amorini alle dee e alle ninfe dell’Olimpo. Dallo sfondo nero, creato mediante un abile fitto incrocio di segni, inserito in una cornice quadrettata emergono diverse figure. A partire da sinistra vediamo tre ninfee; la prima spaventata con le mani copre il suo sguardo, quella al centro è colta in un’espressione di sgomento mentre l’ultima gioca a lanciare in aria un amorino che spicca il volo. Al centro, un cane su due zampe sembra divertirsi cercano di raggiungere l’amorino in volo. A destra un’altra ninfa afferra stretta tra le braccia un bambino e ai suoi piedi un uomo anziano nasconde sotto la sua tunica un amorino che fa capolino con arco e frecce. Quest’ultimo dettaglio differisce dalla tempera di Possagno in cui l’uomo anziano è in piedi. Fabio Fiorani nella scheda del catalogo parla di una tempera perduta che sarebbe servita da prototipo a Petrini. La lastra si presenta in discreto stato di conservazione in corrispondenza del fitto tratteggio dei neri ed è conservata presso la Calcografia di Stato a Roma.

Impressione eccellente dai neri intensi e attenti contrasti chiaroscurali su carta bianco avorio spessa. Ottimo stato di conservazione. Margini regolari oltre la battuta del rame.

Bibliografia: G. P. Bertini, F. Fiorani (a cura di), Canova e l’incisione, p.297 n LXXXXVIII-11.

VENDUTO