Project Description

Luigi Bartolini
(Cupramontana 1892 – Roma 1963)

La regola, 1952

Acquaforte su cina applicata
misure: mm 250 x 235

Pittore, scrittore, sceneggiatore ed incisore italiano. Dopo gli studi tecnici, compiuti a Jesi, si trasferisce nel 1907 a Siena, dove si iscrive all’Istituto di Belle Arti. Nel 1909 lo troviamo a Roma, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e le lezioni di anatomia, storia dell’arte e letteratura all’Università; all’Accademia di Spagna, a San Pietro in Montorio, segue i corsi di disegno e studia le incisioni di Goya. Fra il 1913 e il 1914 è a Firenze, dove segue lezioni di architettura e anatomia e la scuola di nudo annessa all’Accademia; resta colpito dalle incisioni di Giovanni Fattori e, agli Uffizi, studia le collezioni di antichi disegni e le acqueforti di Rembrandt e Callot. Con Bartolini l’incisione torna ad essere un mezzo di espressione poetica libera dal simbolismo e dal vedutismo allora in voga presso le accademie. L’artista forte della sua indomita libertà espressiva e nonostante il suo essere anticonvenzionale è oggi considerato uno dei più importanti incisori contemporanei del novecento. Nelle sue acqueforti prevale ora un tratteggio leggero (genere biondo), ora una ricerca del chiaroscuro alla Rembrandt (genere nero).

Nell’opera vengono raffigurati tre uccelli di piccola taglia catturati da enormi tagliole, tra di esse in lastra si legge: Ti conosco oh mondo sghembo/tu che rinserri nel grembo/una buona fra cento persone e poi ancora in basso a sinistra ecco la regola/il mondo ti impegola/nascondi le ali. Una personale visione del mondo e dell’umanità spiegata con immagini e parole. Impressione eccellente, neri intensi descrivono i corpi degli uccelli che appaiono quasi come delle macchie, segni più leggeri per descrivere le tagliole. Tre linee spezzate dividono lo spazio di fondo, il caldo fondino avorio scuro toglie qualsiasi drammaticità alla scena. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini. Titolo, firma e numerazione 8/50 a matita nel margine inferiore. Datata in lastra “5 ottobre 1952”. Timbro al verso galleria Falsetti Prato.

Bibliografia: Ceccarelli, 2003, pag. 99 (il presente esemplare); Cat. Rimini, 1967, 227 (La regola, con data 1951) e 228 (Ti conosco oh mondo sghembo, con data 1952 e la nota “con puntasecca”).

VENDUTO