Project Description

Pellizza da Volpedo
(Volpedo 1868 – Volpedo 1907)

Gruppo di figure, 1903

Matita
misure: cm 7,8 x 15,8

Giuseppe Pellizza nasce in una famiglia di proprietari terrieri di idee garibaldine e socialmente impegnata.  Dimostra fin da bambino propensione al disegno. Si iscrive nel 1884 all’Accademia di Brera, frequenta lo studio del pittore Giuseppe Puricelli poi quello di Pio Sanquirico, teatri, concerti e musei a Milano; poi i corsi di incisione preso la Famiglia Artistica. Debutta nel 1885 alla mostra annuale di Brera con il dipinto La piccola ambiziosa. Nel 1887 a Roma frequenta l’Accademia di San Luca, insoddisfatto si trasferisce nel 1888 all’Accademia di Belle Arti di Firenze frequentando i corsi di Giovanni Fattori. Assimila le idee della pittura di macchia e comprende l’importanza di avere modelli vivi e reali in ambienti non puramente descrittivi. Conosce Plinio Nomellini e Guglielmo Micheli, Silvestro Lega e Telemaco Signorini. All’Accademia Carrara di Bergamo frequenta i corsi di Cesare Tallone. Visita Parigi, espone regolarmente a Milano, a Torino dove entra in contatto con l’insegnamento di Fontanesi e a Genova attratto dall’idea di studiare il paesaggio e la figura dal vero. Si avvicina al Divisionismo, nel 1894 Segantini si congratulerà personalmente con Pellizza dando inizio a una profonda amicizia. Negli anni Novanta, forte delle sue letture e convinto che il pittore dovesse partecipare alla vicende contemporanee, si dedica a soggetti di impegno sociale (Quarto Stato) che tuttavia non saranno compresi dalla critica. Deluso e colpito dalla morte dell’amico Segantini (1899), Pellizza si concentra sui valori espressivi della natura rinnovando il suo interesse per il paesaggio puro. Nonostante avesse ormai raggiunto anche un certo successo di vendite, nel 1907 a seguito della morte del terzogenito e dell’amatissima moglie Teresa, sua sola interlocutrice a Volpedo, non regge all’idea di dover rinunciare alla sua arte e si suicida nello studio di Volpedo.

All’interno di un rettangolo scuro che struttura armonicamente la visione dal vero, Pellizza colloca diverse figure. A sinistra una donna in piedi con le braccia sui fianchi, dinnanzi a lei un gruppo di persone sedute si stagliano scure su un fondo luminoso. La scena in controluce ricorda motivi trattati da Pellizza negli anni giovanili. L’artista è qui interessato allo studio rapporto fra le masse cromatiche e non alla descrizione oggettiva dal vero. La composizione rimanda ai numerosi studi di scene all’interno del fienile (cat n 772, 773, 1001) che sfoceranno nei dipinti Carità Cristiana 1892 (cat n 774) e Sul fienile 1893 (cat n 799).  A destra del disegno a matita: 14.50/del 22/novembre/1903. Ottimo stato di conservazione, tracce di vecchio montaggio al verso.

Provenienza: collezione Nerina Volpedo, collezione Dellacà, collezione privata Torino.

Bibliografia: Aurora Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Cassa di Risparmio di Tortona, 1986, n 1137

VENDUTO